orge
47 - Il mio vicino di casa e 3 pescatori
di stinf
19.07.2022 |
13.811 |
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"E’ venuto a coricarsi vicino a me e ha acceso la televisione, io gli ho preso il cazzo in mano e poi sono scesa con le mani sui testicoli accarezzandoli, lui..."
Capitolo 47Tutte le volte che incontravo Alberto il mio vicino di casa, mi guardava con occhi imploranti ma niente di più, mi salutava gentilmente, scambiavamo due parole come dei buoni amici e niente altro. La zitella del secondo piano era sempre più in conflitto con lui dopo un’assemblea condominiale in cui si erano azzuffati per le solite tende lato strada, e di conseguenza era un po’ ombrosa anche con me.
Nel frattempo erano passati una ventina di giorni da quando avevamo scopato e a me era tornato un certo languorino nelle parti basse, ma non volevo legarmi troppo a lui, essendo obbligata a incontrarlo sovente mi dava un po’ fastidio, volevo che capisse che io sono una persona indipendente e che scopo con chi mi pare, gli avevo già detto che non volevo una relazione con lui e l’ha capito, non mi chiede niente se io non tocco l’argomento. Sto passando un periodo fiacco della mia vita, ho voglia di sesso e adrenalina ma sono pigra, potrei frequentare qualche locale, ma lì difficilmente trovo le persone che piacciono a me e poi le scopate scontate non mi piacciono, frequentare i posti come il Valentino è diventato troppo pericoloso e poco raccomandabile, quella zona è diventata un luogo di spaccio.
Sono passate altre due settimane e il mio basso ventre incomincia a reclamare sempre più prepotentemente, era un sabato sera dopo cena, stavo per fare una doccia prima di andare a dormire ma ho cambiato idea e vestita con un tubino nero mi sono messa un golf sulle spalle e sono scesa da Alberto, suono e lui mi ha aperto e si è fatto da parte per farmi entrare e appena ha chiuso la porta gli ho buttato le braccia al collo e l’ho baciato, lui mi ha stretta e mi ha infilato subito una mano in mezzo alle gambe, intrufolando le dita tra le labbra della mia vagina e mi ha sentita tutta bagnata, mi ha presa in braccio e mi ha portata in cucina, mi ha posata seduta sul tavolo, lui si è seduto su una sedia e ha infilato la testa tra le mie gambe.
Mi sono coricata sul tavolo e la sua lingua ha raccolto tutti i miei umori leccandomi dallo sfintere al monte di Venere e l’interno delle cosce che sapevano un po’ di sudore, poi si è dedicato al mio clitoride, io ero completamente coricata sul tavolo e avevo i piedi sulle sue spalle, la sua lingua è stata fantastica e nel giro di un minutino ho raggiunto l’orgasmo e sono partita, lui ha lasciato il clitoride ormai troppo sensibile ed ha infilato la lingua nella vagina spingendomela dentro più che poteva raccogliendo le secrezioni del mio godimento, ha continuato a leccarmi come un cagnolino ancora per un bel po’ facendomi molto piacere.
Mi ha nuovamente presa in braccio e mi ha portata nella camera da letto e mi ha depositata sul letto, era la prima volta che entravo in quella camera, una luce fioca scaturiva da una lampada a stelo, mi sono guardata attorno e sui comodini e su quant’altro non si poteva mettere niente, c’erano peluche e pinocchietti e una marea di ninnoli, poi me lo sono trovato con il cazzo duro tra le mie gambe, me le ha alzate e se le è appoggiate sulle spalle in modo da mettermi a squadra e potermi penetrare molto in profondità, si è preso il cazzo in mano e ha fregato la cappella contro le labbra umide della mia vagina, poi ha spinto.
_ “Fai piano” gli ho detto con un filo di voce.
Lui è entrato tutto dentro di me arrivando fino in fondo alla vagina, è stato fermo un po’ mentre io avevo delle contrazioni al basso ventre, poi si è messo a scoparmi senza arrivare troppo in fondo, io dopo poco sono nuovamente partita ed ho continuato a godere emettendo dei gridolini di piacere e lui più io godevo e più affondava il cazzo in profondità dentro di me, poi è partito ma come ha sempre fatto ha continuato a scoparmi sempre più forte, il suo sperma mi colava dalla vagina e si infilava tra le mie natiche. Poi all’improvviso si è fermato mi ha tirata più in su che poteva facendomi mettere i polpacci sulle sue spalle, poi mentre io ansimavo ha tolto il cazzo dalla mia figa l’ha puntato sullo sfintere e con un colpo deciso mi è entrato tutto in culo.
Non me lo aspettavo, non ero rilassata e mi ha fatto un po’ male, ma non ho reclamato, è stato un attimo fermo in modo che il mio culo si adattasse poi si è messo a incularmi come un forsennato e in quella posizione mi entrava proprio tutto dentro anche senza allargare le natiche, io ho ripreso a godere raggiungendo l’orgasmo mentre lui mi penetrava sempre con più violenza, non capivo più niente e non so quanto è durato alla fine ho sentito il gettito caldo dello sperma nel mio culo che mi ha fatto ancora una volta raggiungere il culmine del piacere. E’ rimasto tutto dentro di me, tutti e due abbiamo continuato ad ansimare dalla fatica, il culo mi bruciava ma ero soddisfatta, poi si è sfilato e siamo andati a lavarci, prima io e poi lui, quando è tornato mi ha trovata nel suo letto sotto le coperte.
_ “Dormo qui” gli ho detto in modo perentorio.
E’ venuto a coricarsi vicino a me e ha acceso la televisione, io gli ho preso il cazzo in mano e poi sono scesa con le mani sui testicoli accarezzandoli, lui ha messo la sua mano sulla mia patata e abbiamo guardato un telefilm che era appena iniziato, poi abbiamo dormito. Prima di addormentarmi mi sono frullati in mente diversi pensieri ma non sapevo come realizzarli, avrei avuto voglia di farlo in tre e prenderne uno davanti e l’altro dietro ma Alberto non aveva amici era un solitario, anche se gli avessi raccontato questo mio desiderio non sarebbe stato in grado di trovare una terza persona.
Al mattino alle 6 si girava già nel letto e mi ha svegliata.
_ “C’è qualcosa che non va?” gli ho chiesto.
_ “Avevo messo la sveglia e mi sono dimenticato di toglierla, se non c’eri tu sarei andato a pesca”.
_ “Allora andiamo vengo anche io”.
Ci siamo alzati e fatta una fugace colazione, Alberto aveva già preparato il mangiare l’ha messo in una borsa a frigo aggiungendo altro pane e formaggio e un altro paio di birre.
_ “Non vai a cambiarti”.
_ “No vengo così, mi tolgo il vestito e prendo il sole nuda”.
Alberto ha preso una stuoia e due teli da mare e siamo scesi, in macchina aveva già l’attrezzatura da pesca, ci siamo fermati lungo il Po prima di Carmagnola nel parco del Gerbasso, dove l’acqua è molto pulita. Era ancora presto per prendere il sole, lui si è messo a pescare e io mi sono messa dietro un grosso tronco su una lingua di sabbia ed ho steso la stuoia poco distante da lui, mi sono coricata ed ho guardato lui che pescava. Ero rannicchiata il vestito era cortissimo e avevo tutto il culo scoperto e ovviamente ero senza mutande, ogni tanto Alberto si girava verso di me e me lo ammirava, penso che avesse più voglia di scopare che di pescare.
Alle 9 il sole si faceva già sentire, mi sono tolta il vestitino e mi sono messa a prendere il sole a gambe larghe in modo che mi abbronzasse la patata che era bella depilata. Alberto ha iniziato a prendere i primi pesci e quindi si è dedicato con più attenzione alla pesca.
Ho sentito dei passi, mi sono voltata e alle mie spalle ho visto due pescatori che risalivano il fiume fermandosi ogni tanto a gettare la lenza, quando sono stati vicino ad Alberto si sono salutati ma non si erano ancora accorti di me, hanno proseguito e fatti 50 metri si sono fermati per gettare l’amo, uno si è girato e mi ha vista, io ero sdraiata con le gambe aperte. Questo ha avvisato anche l’altro e tutti e due hanno aperto il seggiolino che avevano a tracolla e si sono fermati a pescare.
Più che pescare mi guardavano, anzi non staccavano gli occhi da me, anche se dalla loro posizione non potevano vedere l’interno delle mie cosce, poi uno ha piantato la canna da pesca nel terreno sabbioso, si è alzato ed è andato a fare pipì vicino a un cespuglio, ha tirato fuori il cazzo, ha pisciato e poi si è messo a scrollarlo ma pareva più una sega, il cazzo si è indurito e me lo ha fatto vedere, era un bel cazzo non come quello di Alberto ma sempre un bel cazzo. E’ tornato alla canna da pesca ed è stata la volta dell’altro che non aveva voglia di pisciare ma si è avvicinato un po’ a me e anche lui se lo è menato facendomi vedere che anche lui aveva un bel cazzo. Io li ho guardati ma ho fatto finta di niente mentre Alberto non si era accorto di nulla e continuava a pescare.
Ho continuato imperterrita a prendere il sole con le gambe aperte, poi mi sono stufata mi sono messa l’asciugamano attorno alla vita a sono andata vicino ad Alberto, lui era tutto concentrato nella pesca, ho guardato nel secchio ed ho visto che c’erano una decina di pesci.
_ “Bravo non credevo ne avessi presi così tanti”.
_ “Peccato quei due che si sono fermati lì e mi disturbano”.
Senza dire niente sono partita e sono andata verso i due, avevo la figa semicoperta dall’asciugamano e le tette al vento, arrivata vicino al primo ho guardato nel suo secchio ma non c’era niente poi ho guardato in quello del secondo e anche lui era a secco.
_ “Va male la pesca”.
_ “La pesca si non va bene, ma il panorama è magnifico”.
Mi sono messa a ridere e sono tornata alla mia stuoia mi sono sdraiata nuovamente con le gambe larghe, ho guardato Alberto cosa faceva ma lui era intento a pescare, ho guardato verso gli altri due e questi non staccavano gli occhi da me, ho allargato di più le gambe ed ho chiuso gli occhi. Il sole cominciava ad essere caldo e sentivo anche un po’ di fame, dopo un po’ mi sono alzata e nuda com’ero sono andata vicino ad Alberto.
_ “Come va la pesca”.
_ “E’ da mezz’ora che non prendo più niente”.
_ “Allora mangiamo”.
Alberto ha preso tutto il suo armamentario e ci siamo spostati sotto un grande salice, a pochi metri c’era la sua macchina abbiamo steso stuoia e asciugamani, presa la borsa frigo ci siamo coricati, io mi sono messa in modo che i due pescatori mi vedessero bene e a questo punto Alberto se ne è accorto.
_ “Messa così hai la figa spalancata in direzione di quei due”.
_ “E’ da quando sono arrivati che me la guardano, sono anche andati a pisciare per farmi vedere i loro cazzi”.
_ “Non dirmi che vuoi scopare con loro”.
_ “Tu che ne dici”.
Alberto ha continuato a mangiare il tramezzino poi ha bevuto un sorso di birra, ha guardato i due che facevano finta di pescare.
_ “Se gli fai mettere il preservativo va bene”.
_ “Sei sicuro? Non è che dici di sì solo per farmi piacere”.
_ “La situazione mi sta eccitando senti ho il cazzo quasi duro, e solo che per me sono esperienze nuove e non so come comportarmi”.
_ “Non ti preoccupare pensa solo a farmi godere, e se provi un po’ di gelosia ti aumenterà l’adrenalina e godrai di più, e quando lo facciamo preferisci mettermelo in culo o in figa”.
_ “In culo”.
Abbiamo finito di mangiare poi ho detto ad Alberto di spogliarsi nudo e prendere il sole con me, lui si è spogliato e mi si è coricata vicino, il suo cazzo era duro io l’ho preso in mano e glie l’ho accarezzato, mentre con l’altra mano mi sono massaggiata il clitoride. I due pescatori hanno lasciato le canne e si sono tolti i giubbini appoggiandoli sugli sgabellini, poi si sono tolti gli stivali e si sono avvicinati tirando fuori i cazzi, io mi sono inginocchiata e ho preso in bocca il cazzo di Alberto girando il culo verso i due che erano ormai vicini.
Uno ha fatto scorrere le dita sul mio culo e sulla vagina, mentre l’altro mi ha toccato le tette e pizzicato i capezzoli, poi quello dietro si è alzato e si è tolto i pantaloni, io ho smesso un attimo di succhiate il cazzo e gli ho detto di mettersi il preservativo, ma lui se lo stava già infilando, ho ripreso il cazzo in bocca ed ho infilato una mano sotto il culo di Alberto, mi sono fatta largo tra le sue natiche e gli ho infilato un dito in culo, lui ha sussultato dal piacere. Quello dietro di me mi ha allargato le natiche e la figa e mi ha puntato il cazzo ed è entrato.
La penetrazione mi ha fatta sussultato dal piacere, era un bel cazzo, poi ha iniziato a scoparmi e io sono partita quasi subito, sentendomi godere mi ha arpionata ai fianchi e si è messo a sbattermi con prepotenza, io ho continuato a godere e ogni volta che affondava dentro di me io andavo in avanti e il cazzo di Alberto mi finiva in gola ma anche il dito che avevo nel suo culo andava in avanti e affondava nel suo intestino. Il pescatore che mi scopava ha accelerato il ritmo ed è partito dandomi alla fine due poderosi colpi, io ho urlato dal piacere mentre l’altro pescatore mi pizzicava a sangue i capezzoli e Alberto mi ha sborrato in bocca. C’è stato un attimo di silenzio si sentivano solo respiri ansimanti, poi quello dietro di me si è tolto e io ho raccolto con la lingua lo sperma che mi era scappato dalla bocca ed era finito sulla pancia di Alberto.
Alzando la testa ho visto altri due nascosti dietro la nostra macchina che guardavano, io gli ho fatto l’occhiolino e loro si sono avvicinati un po’, mi sono alzata ho preso un grosso asciugamano l’ho piegato e l’ho messo sotto la testa di Alberto, gli sono andata a cavalcioni e mi sono seduta sul suo cazzo che era rimasto duro, mi sono allargata le natiche e mi sono calata su di lui infilandomi il grosso cazzo in culo, mi sono sistemata bene facendolo entrare tutto, mi sono guardata intorno erano tutti lì che mi guardavano menandosi il cazzo, mi sono coricata di schiena su Alberto allargando le gambe e offrendo la figa al secondo pescatore che era già lì pronto, si è inginocchiato, mi ha alzato di più le gambe e mi ha penetrata, anche lui aveva un bel cazzo, si è messo a scoparmi e io ho avuto un orgasmo che non finiva più, i mei gridolini di piacere si sono fatti più acuti e anche i due guardoni si sono avvicinati e inginocchiati ai miei lati, io ho preso i loro cazzi in mano e li ho segati, quello più anziano aveva un cazzo abbastanza piccolo, ma l’altro era ben messo. Tutti e due mi pizzicavano i capezzoli indolenziti, mi facevano male ma io godevo come una vacca con un cazzo in culo e l’altro in figa, il pescatore aveva una bella resistenza e il cazzo di Alberto che avevo in culo era sempre bello duro.
Il vecchietto col cazzo piccolino è venuto e mi ha sborrato su di una tetta e io con la mano me la sono spalmata, poi è stata la volta del pescatore che a forza di sbattermi mi ha fatto venire anche un po’ di mal di pancia e anche lui è partito. Appena si è tolto è stata la volta dell’ultimo che non era in programma, mi sentivo indolenzita nelle parti basse ed ero preoccupata ma non potevo farci niente, in più avevo voglia di fare pipì, anche il guardone si è messo il preservativo e mi ha penetrata e per fortuna non è durato a lungo, e anche lui quando stava per partire mi ha dato dei colpi tremendi e io ho urlato, ero stravolta e non sono riuscita a trattenere la pipì, mi sono scappati un paio di schizzi bagnando i due che erano ancora dentro di me. Ho alzato gli occhi per guardare quelli che mi avevano scopata ed ho visto che il primo pescatore tirava fuori un altro preservativo, ma io gli ho fatto no con il dito.
Con difficoltà e aiutata da un pescatore mi sono alzata sfilandomi il cazzo di Alberto dal culo e poi mi sono inginocchiata alla pecorina, lui mi è venuto dietro e me lo ha infilato nuovamente nel culo e poi si è messo a pomparmi, avrei voluto un cazzo in figa ma avevo mal di pancia. Alberto mi ha fatto una inculata interminabile facendomi godere tantissimo e poi anche lui è partito eiaculando nel mio intestino, io l’ho trattenuto dentro di me, lui ha capito e dopo un po’ ho sentito il suo piscio caldo dentro di me, siamo stati fermi ancora un po’ sotto gli sguardi dei pescatori e dei guardoni, poi Alberto mi ha dato due tovaglioli per tamponarmi lo sfintere dilatato, io me lo sono tappato e mi sono allontanata per liberarmi dietro ma i due guardoni mi hanno seguita.
Visto che volevano vedere li ho accontentati, li sulla spiaggetta c’erano diversi tronchi, ne ho scelto uno con un ramo a cui potevo tenermi e sono salita sopra mi sono allargata la figa ed ho fatto pipì mentre i due si menavano il cazzo e nel frattempo mi sono liberata anche dietro, poi sono andata al fiume e mi sono lavata. Sono tornata che erano ancora tutti lì, io ero sempre nuda mentre gli uomini si erano rivestiti allora mi sono infilata anche io il mio vestitino.
_ “Come mai eravate qui” ho chiesto ad un guardone.
_ “Oggi non c’è nessuno a parte voi ma normalmente ci sono delle coppie che vengono a prendere il sole”.
Eravamo capitati per caso o Alberto lo sapeva che li giravano dei guardoni e ha fatto il furbetto. Abbiamo raccolto le nostre cose e poi ce ne siamo andati verso casa.
_ “Lo sapevi che quello era un posto di guardoni”.
_ “Sì lo sapevo e ti ho portata lì pensando di farti piacere”.
Li trovo tutti io. Quando siamo tornati a casa sono passata dalla zitella del secondo piano ho suonato, lei mi ha aperto e ci siamo salutate, io ho alzato la busta e gli ho detto:
_ “Vuole dei pesci sono appena stati pescati”.
Lei tutta contenta li ha presi, glie lo dirò quando li avrà mangiati che li aveva pescati Alberto, io sono tornata a casa e mi sono fatta prima un lungo bidet rinfrescante e poi una bella doccia.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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